La mia esperienza di servitore insegnante al Club di Modena Est (n°139)
Sono stata “abilitata” a diventare Servitore Insegnante di Club nel settembre del 2004, dopo aver partecipato al “Corso di sensibilizzazione” all’approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e compolessi (Metodo Hudolin) organizzato a Modena dall’ACAT, fondato sull’idea di svolgere attività per la promozione della salute mettendoci in gioco come persone e rendendoci disponibili, secondo il principio della ‘corresponsabilità’, ad iniziare un cammino di partecipazione alle attività ed agli appuntamenti dell’Associazione così, semplicemente, a livello locale e nazionale. Ed è quello che ho fatto, con curiosità d entusiasmo, fino ad organizzare l’apertura di un nuovo Club a Modena Est, per moltiplicazione” dal Club 3, con sede presso la sala d’incontro intercondominiale vicino a casa mia, avvenuta il 22 dicembre 2004 con una serata inaugurale molto bella ed incoraggiante, in un clima affettuoso e ‘sobrio’ con 20 persone presenti (dal Club che si moltiplicava, da altri Club della città e dall’Associazione che li coordina e li sostiene). Ero molto emozionata per questa nuova attività che entrava nella mia vita e mi proponevo, con impegno e con ‘vigile fiducia’, a fare del mio meglio perchè l’esperienza che iniziavo fosse buona per me e utile per le famiglie che avrebbero aderito all’iniziativa. E’ così che abbiamo cominciato a ‘fare Club‘: incontrandoci ogni settimana, al mercoledì, senza mai trascurare l’aspetto conviviale a base di torte fatte in casa o pasticcini acquistati a turno e di bevande rigorosamente analcoliche. Abbiamo deciso che l’incontro di Club ci serviva per ‘stare bene’ insieme e ricavarne serenità e forza sufficienti ad affrontare meglio la durezza delle nostre vicissitudini di vita che comunque, lì, ci raccontavamo liberamente. Abbiamo dato anche un nome al nostro Club: “Voglia di esserci”. Nel tempo, abbiamo imparato che è difficile mantenere la continuità della nostra ‘frequentazione’, perchè sentiamo la fatica e il dolore del cambiamento, il disagio ‘spirituale’ che ci porta a non accettarci così come siamo e a considerarci a volte del tutto impotenti, o comunque incapaci di affrontare la complessità della vita e delle relazioni con gli altri. Ma abbiamo via via assunto anche maggiore consapevolezza delle nostre possibilità e, accettando le ‘discontinuità’ dei nostri percorsi diversi e dei nostri umori altalenanti senza per questo giudicarci troppo severamente, abbiamo comunque maturato la chiara convinzione che il Club:
- è uno spazio positivo per fermarci a riflettere su noi stessi, per esercitare vicendevolmente il comune bisogno di comprensione, per coltivare la fiducia reciproca nella nostra fondamentale ‘competenza a vivere’ nonostante le paure e le difficoltà;
- è un luogo che ci aiuta a dare senso, significato alla nostra esperienza, che non si limita alla decisione di ‘smettere di bere’;
- è un luogo di confronto e di sensibilizzazione permanente verso un ‘meglio’ sempre possibile.
La mia esperienza di S.I. attivo nel Club non è altro che quella di contribuire a creare e mantenere un clima di solidarietà e di reciproca accettazione tra le famiglie che si affidano al Club e di facilitare e stimolare, quando serve, la comunicazione e l’interazione.Quello che mi propongo di fare, ogni mercoledì, è di lavorare costantemente con un approccio di solidarietà umana, di interdipendenza, dove ciascuno è responsabile di sè e di tutti, in una continua ricerca della pace personale da scambiare con i miei ‘compagni di viaggio’.La mia massima aspirazione è quella di contribuire – come so e posso alla riconquista della “libertà” di decidere della propria vita presente e futura da parte delle persone e delle famiglie del Club e della Comunità. La mia esperienza modenese sta per terminare, visto che ho deciso di tornare a vivere dove sono nata e cresciuta. Spero che i cambiamenti necessari (di sede e di S.I) non pregiudicheranno la continuità della vita del Club e che l’ACAT. aiuterà le famiglie a ritrovare motivazioni e forze sufficienti per mantenere la nostra presenza nella Comunità di Modena Est, come porta aperta a nuove famiglie con problemi alcolcorrelati.. Sono grata alla vita per avermi fatto conoscere questo meraviglioso ‘mondo dei Club‘ e ringrazio tutte le persone che ho incontrato per avermi permesso di esserci – anch’io – a costruire questo mondo. Ho già preso contatti con la Servitrice Insegnante del Club di Viadana (MN) e mi propongo di continuare questa bella esperienza anche se in un altro comune e in un’altra regione (Lombardia).
Fanny